FOCUS: INDAGINE OCCUPAZIONALE E FABBISOGNI FORMATIVI

L’analisi dei dati congiunturali, realizzata dal centro studi di Confapindustria Lombardia, analizza un campione di trecento imprese, composto in prevalenza di imprese del settore metalmeccanico di medie dimensioni. 

Secondo le ultime stime ISTAT, ad aprile 2023 prosegue la crescita dell’occupazione (+48 mila rispetto al mese precedente) che porta gli occupati a 23milioni 446mila. Mentre quelli di disoccupazione e di inattività calano al 7,8%. 

A livello trimestrale, gli ultimi dati disponibili si fermano al IV° trimestre 2022: la Lombardia registra un aumento del tasso di occupazione che raggiunge il 69,4 punti e colloca la regione tra le aree a maggior tasso occupazionale – contro una media nazionale ferma a 60,7%. 

Infine, per quanto riguarda l’occupazione giovanile, nella sola Lombardia si arriva ad una proporzione di inattivi pari a un giovane su sei (dati di novembre 22). 

Il Focus era centrato ad esprimersi su diverse tematiche legate alle risorse umane: la selezione di nuovo personale nel corso del 2023, l’analisi delle competenze ricercate e la formazione per lo sviluppo delle risorse umane in organico. 

Da inizio 2023, nonostante un clima internazionale teso, 8 imprese su 10, ossia i 69% degli intervistati, hanno assunto nuovo personale. Tuttavia, a livello regionale rimarca quel 17% di imprese che non ha ampliato il proprio organico nei primi mesi dell’anno. 

Dinamiche moderatamente positive sono attese nella seconda metà dell’anno; per il 35% delle risposte però è difficile ad oggi formulare previsioni per incrementare l’organico. 

Viene evidenziata un divario tra domanda e offerta, nella ricerca di nuovo personale, in particolare il dato che emerge è una carenza di risorse qualificate e specializzate in ruoli operativi.  

Amanda Bascialla, HR Manager di Api Varese, evidenzia che “mancano competenze tecniche specialistiche, da un lato, ma le imprese rilevano diffusamente anche una strutturale mancanza di candidati per le posizioni offerte: più della metà delle PMI lombarde intervistate, infatti, hanno registrato una carenza di candidati (52%) ai colloqui di lavoro”. 

Continua – “la mancanza di candidati alle posizioni aperte è un dato che stupisce, nonostante le imprese si affidino ad una pluralità di strumenti e canali di recruiting, quali le società di selezione e di somministrazione, i social media e i canali informali.   Prosegue “Il Mismatch tra domanda ed offerta rende così più complessa e lenta la trasformazione dell’impresa verso modelli tecnologicamente più avanzati e specializzati.  

È stato infatti chiesto alle imprese di valutare le competenze mancanti in azienda, per avere una valutazione circa l’impatto sui processi di gestione aziendale. 

I risultati rilevati sulle competenze digitali e sulla sostenibilitàdichiara Amanda Bascialla – anche nella prima metà del 2023, evidenziano non solo la difficoltà di reperimento di risorse formate su questi temi, ma soprattutto una scarsa consapevolezza, indice di una sensibilità probabilmente ancora diffusamente lasciata al singolo più che ad un approccio sistematico dal punto di vista aziendale delle Pmi. 

 “Il dato che sorprende di più – dichiara Davide Selle Training Manager di Api Varese – riguarda la formazione molto contenuta sul tema della sostenibilità, competenza che risulta di scarso interesse per le aziende intervistate, dato confermato anche dalla tipologia di percorsi già sviluppati internamente e dalle competenze attualmente presenti nelle aziende. Questo va in controtendenza rispetto all’opinione pubblica diffusa che vede le tematiche legate alla sostenibilità aziendale tra quelle in netta ascesa e fondamentali per lo sviluppo delle aziende nei prossimi anni. Le intervistate si mostrano poco propense ad attivare percorsi formativi dedicati al tema: dice ‘no’ una percentuale insolitamente alta di intervistate (4 su 10). Anche lo sviluppo di competenze digitali e IT è sottovalutato dal 24% delle aziende intervistate”. 

Molto attenzionate è invece rivolta alle competenze di tipo ‘soft’. Le imprese puntano a rendere più autonomo il lavoratore su piccoli task, tramite lo sviluppo di abilità legate al problem solving. 

Anche flessibilità e adattabilità risultano fortemente prioritarie nelle progettualità delle PMI del territorio: per l’82%, la formazione legata alle soft skills si concentrerà proprio sul qualificare il lavoratore sulla capacità di adattamento. 

Tra le soft skills ritenute rilevanti da un nucleo meno diffuso di imprese, vi sono il teambuilding e, soprattutto, leadership skills. Quest’ultima in particolare resta comunque altamente prioritaria per il 51% delle intervistate.