Il “Manifesto della svolta” del Presidente nazionale Maurizio Casasco

L’Assemblea di Confapi del 16 luglio 2015 ha rieletto all’unanimità il Presidente Maurizio Casasco alla guida di Confapi.

Nell’ambito dell’Assemblea il Presidente Casasco ha presentato ai delegati il “Manifesto della svolta” quale programma per il triennio 2015-2018.

Qui di seguito sono riportati i punti salienti del documento.

Noi siamo il lavoro!

Le parole e le azioni chiave per un ruolo attivo della Piccola e media impresa nel rilancio del  nostro Paese.

La responsabilità sociale dell’industria e dell’imprenditore: chi rischia ed investe sul futuro della propria azienda non può non interessarsi a temi quali l’ambiente, la cultura, la scuola. L’imprenditore è  la figura chiave della contemporaneità, e l’impresa è l’unico luogo possibile della ripartenza, dell’inversione di marcia rispetto alla crisi.

Le tasse. La madre di tutte le battaglie per le piccole e medie imprese,  intenzionati  a portare avanti  con iniziative forti e anche clamorose, mai demagogiche.

Formulazione di serie e articolate proposte politiche di vera spending review della spesa pubblica da sottoporre al Governo.

Vincolo di destinazione, a scelta del contribuente, su una parte delle imposte versate per il  finanziamento di specifiche opere di interesse pubblico individuate sul territorio.

Una politica industriale moderna: le aspettative di vita e le tendenze demografiche rivoluzioneranno il mondo. E’strategico impostare ora una Politica Industriale adatta e lungimirante, sradicando la cultura del consenso immediato, e investendo in ricerca e programmazione della nostra produzione nei prossimi decenni.

Le Banche: Confapi deve intestarsi la battaglia per un radicale cambio di paradigma, che riporti il ruolo della banca a quello originario e lo ri-saldi con il tessuto produttivo concreto.

Vogliamo anche pensare e lavorare alla creazione di una nostra banca,“Confapibanca”, dedicata  a sostenere gli associati di Confapi e tutte le PMI italiane consentendone la crescita sia nella dimensione che nel numero con profondi benefici  anche per il Pil del nostro Paese.

La Burocrazia: ogni nostra impresa dedica (o meglio butta) più di un mese di lavoro all’anno in pratiche burocratiche. È evidente che con un apparato pubblico e para-pubblico del genere risulta velleitario parlare di ripresa.  Essenziale  la battaglia a favore di una semplificazione digitale vera, non a spot, ma a sistema, della pubblica amministrazione.

Pretendiamo in ogni Regione, uno Sportello Unico delle PMI, dove gestire in forma accentrata TUTTI i momenti autorizzativi di qualsiasi attività.

Il Sindacato: uscire dalla logica della consorteria  e da quella  ingessata della concertazione continua tra apparati e burocrazie, scissi dalla loro rappresentanza, e ormai esclusivamente interessati alla propria perpetrazione.

Identificazione di un contratto innovativo nel comparto industriale, leggero, snello, semplificato ed in grado di reggere il confronto sui mercati internazionali, volto a rimettere in asse il lavoro, considerando le realtà dimensionali.

Superamento delle vecchie logiche dei CAF e degli Enti Bilaterali, pensandoli come realtà vera di servizi e opportunità di specifica formazione e non come sostentamento di sistemi consolidati

Statuto della piccola e media impresa: arrivare alla redazione di poche regole e chiare , soprattutto certe ed immodificabili, per incentivare la sana competizione nel mercato.

Stati generali dell’impresa: avviare una sorta di cantiere, di work in progress, il più largo possibile quanto a rappresentanza e il più eterogeneo possibile quanto a contributi, che stili una vera e propria agenda di riferimento del tessuto produttivo italiano. Questa deve diventare la leva attraverso la quale  proporre le ricette per il Paese.

Il ruolo potenziato di Confapi: abbandono di qualsiasi logica di sterile conservazione dello status quo per rivestire un ruolo di rottura e di proposta in tutte le tematiche di interesse. Dotare Confapi di personalità giuridica per garantire ancora maggiore trasparenza e per preservarne il patrimonio: un’iniziativa di portata epocale vista anche la mancata applicazione della Costituzione da parte dei sindacati e delle confederazioni di categoria. Confapi come organo di cambiamento del Paese che aumenti il livello della cultura d’impresa in Italia, così come la possibilità pratica di fare impresa, e quindi di accrescere il benessere generale.

Confapi 2.0: un’azione di comunicazione articolata su più versanti, a partire da quelli dei social network e della Rete. Creazione di un “think tank”, dinamico e propositivo, che ricerchi le soluzioni più peculiari e si confronti con le realtà e gli esempi internazionali, avvalendosi anche di supporti statistici.

 

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